Hiver

Io non so dirti chi sono. 

Così, se chiudo gli occhi e respiro profondo,

mi viene in mente una foglia, di quelle che avevano un colore prima,

ma per averlo dovevano starsene aggrappate al loro ramo,

di quelle che ora un colore non ce l’hanno più,

ma un movimento si. 

Un lieve girare, che sfida la forza di gravità. 

Una foglia che si stacca dal ramo non è ancora morta,

è solo ad un passo da terra, è solo in aria. 

C’è un attimo, subito prima,

in cui la foglia vuole tornare su.

Ma su, che persino più in alto del ramo, 

su che destra e sinistra e poi quasi a terra ma no, 

non ancora, non è il momento. 

Io non so dirti chi sono,

ma posso dire che una foglia, quando è matura e pronta, ha un lieve girare, 

libero ed impertinente, 

che una foglia attaccata al ramo non può. 

Una foglia matura e pronta sa di amare il proprio ramo,

ma deve potergli girare intorno e girare lontano 

e scivolare giù, che quasi terra e poi tornare su, 

che quasi ramo e più su ancora, che quasi cielo. 

Io sto sospesa in quel giro di vento,

vicinissima e lontanissima da tutto

e prendo come una benedizione l’inverno,

che ci ha spezzati, 

per poterci finalmente guardare negli occhi. 

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